Il 27 gennaio 2012 esce West Love, nostro album di debutto.
Veniamo dal Friuli, lontano da Milano, lontano da Roma, insomma lontano. Qui non succede poi molto. L’aria è sempre stata un po’ più tersa e il tempo per pensare non ci manca. Quest’angolo per noi è un ponte verso tutte le terre che un po’ ci assomigliano. I luoghi lontani da tutto hanno qualcosa in comune, vivono nel sogno d’altro. Lo vivono così intensamente da farne parte. Capita che nei mesi freddi il tempo da colmare si dilati. La mente si affolla di ricordi e suggestioni.Così l’inverno scorso incontrammo la storia di Philippe Petit, l’uomo che camminò sulla fune.
Nel 1971 con un gruppo di amici tese un cavo tra i tetti delle Twin Towers del World Trade Center di New York. E ci camminò sopra. La realizzazione di un sogno senza motivo alcuno se non quello di rendere qualcosa di bello. Da questo nacque Man On Wire: per noi significa cercare con la musica qualcosa di più alto, uno spazio dove portare le nostre storie che sia, per quanto possibile, assoluto.
L’uomo sul filo rappresenta l’equilibrio perfetto, la capacità di non cadere da quello spazio. West Love è un insieme di fotografie di normali momenti di vita: una corsa in macchina, un risveglio, una serata da ubriachi ed una a casa. Siamo quattro ragazzi di campagna che lanciano sassi sul bordo di un fiume, ogni sasso è una di queste piccole storie. A volte vogliamo disfarcene a volte vogliamo renderle.
Il disco è stato registrato in primavera all’Inside Outside Studio da Emanuele Baratto. La scelta è di una ripresa completamente analogica, senza nessuna forma di editing. Volevamo uscisse la semplice verità che ci ha spinto a questi brani. Ogni strumento segue linee essenziali e indipendenti, a volte perdendosi in piccole psichedelie, tutto a sostegno della voce o delle voci. In queste ritorna l’idea di spazio, di una ricerca di coralità dettata dalle solitudini che questi luoghi ci impongono.