26.04.2013 - The King of the Opera

Molti di voi l’hanno conosciuto e ascoltato come Samuel Katarro, ma questo disco ha cambiato tante cose.a partire dal nome.

King of Opera è il nuovo progetto musicale di Samuel Katarro. Dopo due album pubblicati a nome di Samuel Katarro (“Beach party” del 2007 che gli è valso il premio “Fuori dal Mucchio”, e “The halfduck mystery” uscito nel 2010), Alberto Mariotti, pistoiese classe 1985, cambia strada e crea King of the Opera. King of the Opera è il nuovo progetto di Alberto Mariotti, con Wassilij Kropotkin (violino, chitarra elettrica, tastiere) e Simone Vassallo (batteria). King Of The Opera nasce con l’ambizioso obiettivo di voler portare una contaminazione musicale ad ampio raggio nell’apparentemente ristretto formato canzone. La diversa provenienza musicale dei tre musicisti e il grande affiatamento favoriscono un contrasto violento ma originale ed efficace sia in fase di composizione e di arrangiamento e ancor più nelle esibizioni dal vivo.
La formazione classica e l’interesse per le avanguardie novecentesche di Wassilij Kropotkin, l’approccio “africano” e decisamente anti-rock di Simone Vassallo, lo stile chitarristico percussivo e una particolare sensibilità soul (nel senso più ampio del termine) nella voce di Alberto Mariotti creano una miscela tanto straniante quanto comunicativa. La sintesi di queste esperienze musicali è un ibrido onnivoro dalle mille sfaccettature e in continua mutazione, il cui punto di forza è proprio la ricerca del contrasto tra generi apparentemente inconciliabili, tra blues-punk deforme, stralunate folk-ballad e digressioni nella psichedelia più acida ed estrema. Il primo album di King Of The Opera, è una raccolta di canzoni di genere “mascherato”, in cui l’amalgama di linguaggi differenti (psych-folk, ambient music, colonna sonora noir) diventa una precisa scelta espressiva, al di là di qualsiasi tentazione revivalistica.
Non è un caso quindi che il battesimo di King Of The Opera sia avvenuto nel primo concerto all’estero per Mariotti e soci, nella prestigiosa cornice del San Miguel Primavera Sound Festival di Barcellona, uno degli appuntamenti più importanti al mondo per le nuove tendenze della musica alternativa. Questo grande evento è seguito da un minitour di dieci date in Svizzera e in Germania, dove lo accoglie un pubblico curioso e un’apertura a nuovi orizzonti live.

Il disco idealmente diviso in due parti: la prima più impressionista e a tratti disincantata, la seconda decisamente più cupa e violenta. L’album segue, per tutta la sua durata, un flusso emotivo discendente e passa dall’apparente vivacità di “Worried About” e “The Floating Song” e la delicata introspezione di “GD” e “Nothing Outstanding”, alla malinconia di “Heart of Town”, fino a indulgere nelle atmosfere morbose di “Nine-legged Spider” e “Pure Ash Dream”. L’iniziale “Fabriciborio” e la conclusiva “The Halfduck Misery” sono gli episodi che meglio rappresentano le due opposte anime del disco.

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